Da Tarvisio a Venzone in bici per la ciclovia Alpe Adria.

Ciclovia Alpe Adria

Ciclovia Alpe Adria

Quest’estate in famiglia stavamo pensando come trascorrere una domenica diversa dalle altre usando la bicicletta. Navigando su internet in cerca di qualche ciclabile che facesse al caso nostro siamo capitati sul sito della regione Friuli Venezia Giulia che presentava la ciclovia Alpe Adria.

La ciclovia Alpe Adria (in tedesco Alpe Adria Radweg; classificata in Italia come FVG 1 e in Austria come R3) è un percorso ciclabile che unisce Salisburgo, in Austria, a Grado, in Italia. 

Ma il sito istituzionale che ci ha maggiormente colpito è quello sulla promozione turistica della regione che descrive l’intero percorso e le varie tappe che lo compongono.

Trieste, stazione ferroviaria. In attesa di salire sul treno.

Avendo già percorso in passato la ciclabile tra Grado e il Parco Naturale della foce dell’Isonzo, abbiamo pensato che potesse essere perfetto il percorso Tarvisio – Venzone.

E così abbiamo cercato di apprendere più informazioni possibili anche cercando su altri siti.

Il percorso scelto da noi ha una distanza di circa 60 km prevalentemente su piano o leggera discesa, a parte i primi 5 km che sono in salita ma comunque non difficile. Ovunque guardavamo, abbiamo sempre trovato una conferma che è un percorso facile e questo ci ha spinti ancora di più a sceglierlo avendo a “rimorchio” una bambina di 6 anni, a noi servono i percorsi divertenti ma non troppo impegnativi.

Essendo un pendolare che va a lavorare con treno e bici, ho sentito molte volte pubblicità dove veniva spiegato che durante i festivi e weekend Trenitalia in collaborazione con la Regione FVG faceva delle tariffe speciali a chi usava i treni e imbarcava anche la bici. Così abbiamo deciso di non usare la macchina a favore dei mezzi pubblici. 🙂

La domenica scelta è stata quella prima di Ferragosto.

treno regionale Trieste-Tarvisio con carrozze per i ciclisti

Sul treno Trieste — Tarvisio. I posti per le bici non sembrano sufficenti per tutti (foto da Instagram).

Puntuali alle 8.30 di mattina ci siamo presentati in Stazione Centrale di Trieste per caricare le nostre tre bici sul treno in direzione Tarvisio.

A Trieste ci siamo sentiti delle “mosche bianche” in quanto eravamo gli unici in bici, in abbigliamento da bici, e con acqua in quantità che sembrava davvero esagerata. 🙂

Poi con lo scorrere delle stazioni saliva sempre più gente e anche famiglie con bambini di tutte le età e tutti con destinazione Tarvisio Bosco Verde… ultima stazione prima di arrivare in Austria.

Alla fine del viaggio gli ultimi passeggeri saliti, hanno dovuto rimanere in piedi perché non c’era più spazio sul treno che porta circa 60 biciclette anche se poi, essendo troppo ravvicinati i portabici, i posti utili sono ben inferiori al massimo trasportabile.

A destinazione tutti giù… inforcare le bici e partire ognuno per la propria strada.

Avendo il trail-gator da fissare alla bici della bambina, siamo stati gli ultimi a partire dalla stazione e quindi, causa la scarsa conoscenza del luogo, la poca segnaletica che indicava la ciclovia e il ricordo che i primi 5 km dovevano essere in salita, abbiamo sbagliato strada e ci siamo trovati su una statale molto trafficata, in salita e che, solo poi abbiamo capito, portava ai Laghi di Fusine e poi in Slovenia. Poco male, al primo incrocio siamo riusciti a svoltare e tornare sui nostri passi…

Ciclovia Alpe Adria

Ciclovia Alpe Adria

Ridiscesi per la stessa strada e superata la strada per la ferrovia, allora sì che abbiamo trovato agevolmente le indicazioni per la ciclovia Alpe Adria.

Una piccola discesa e poi a sinistra (a destra si va in Austria) verso Tarvisio.

La ciclovia è situata sulla vecchia ferrovia Udine – Tarvisio dismessa tra il 1985 e il 2000 e i cui lavori sono stati prevalentemente realizzati tra il 2004 e il 2009 con conclusione e apertura di tutte le tratte nel 2014.

Il primo tratto attraversa Tarvisio e sul lato sinistro si vedono tutte le piste sciistiche della località ai piedi del Monte Lussari e si procede molto agevolmente tra sagre e tendoni che accolgono ciclisti e podisti ad un assaggio delle specialità locali.

La ciclovia prosegue a tratti con una leggera pendenza ed altri leggermente in salita tra panorami montani mozzafiato con vallate verdi scaldate da un bel sole di agosto.

 

Ciclovia Alpe Adria

Una galleria della ciclovia Alpe Adria

Si passano vari paesi della Val Canale, o meglio le vecchie stazioni ferroviarie dei paesi tra i quali Camporosso, Ugovizza, Malborghetto. All’altezza di Bagni di Lusnizza un vecchio ponte ferroviario conduce sull’altra sponda del Fella; da qui si scende verso San Leopoldo.

Sono prevalentemente dei percorsi dedicati per bici e pedoni e solo in alcuni punti si passa su delle strade asfaltate ma con scarse autovetture e quindi molto sicure passando anche vicino alle case.

Si scende verso Pontebba, che è il centro più grande della Valcanale e si attraversa un ponte sul torrente Pontebbana per poi tornare nuovamente sulla ciclabile su sede

dedicata.

 

Ciclovia Alpe Adria Friuli-Venezia Giulia

Subito dopo una salita molto ripida, dove nessuno dei cicloturisti (presenti lì in quel momento) è riuscito a completarla senza scendere dalla bici e proseguire a spinta, si ritorna ancora sul vecchio tracciato della ferrovia e subito dopo Pietratagliata incomincia una sequenza di ponti e lunghe, fredde ma molto suggestive gallerie, attraversando uno dei punti più belli dell’intero percorso fino a Dogna e la sua omonima valle percorrendo un panoramico ponte sul torrente e dal quale si può vedere il Monte Montasio.

 

Cascata sul percorso della Alpe Adria

Si prosegue fino a Chiusaforte e al suo ponte di ferro sul Fella… d’obbligo non guardare giù per chi soffre di altezza 😉

Non mi ricordo in quale punto di preciso ma ci sono due bellissime cascate dove immancabilmente ci si ferma ad ammirarle ma… attenzione a non farsi tamponare per essersi fermato troppo bruscamente! 😉

Da Chiusaforte si costeggia il fiume Fella immersi in incantevoli paesaggi fino a Moggio Udinese e qui purtroppo c’è l’amara sorpresa… la ciclovia Alpe Adria inspiegabilmente finisce nel nulla…

Anzi finisce in un cartello che indica la fine della ciclabile e invita “cordialmente” i ciclisti a spostarsi sulla trafficata strada statale 13 Pontebbana dove l’automobilista che corre meno va a 80-90 km/h pur essendoci dei limiti a 70 e anche 50… ma vista la mancanza di controlli questo limite ahimè non lo rispetta nessuno…

Con la bambina al seguito non è molto confortevole e l’unico pensiero è “speriamo di arrivare presto a Venzone”.

Guardandosi avanti e indietro ci si rende conto di non essere gli unici ciclisti “pazzi” a prendere questa strada quindi o abbiamo sbagliato tutti la strada o effettivamente questo tratto di ferrovia che è ancora presente al bordo della strada pieno di alberi ed erbacce, nessuno ha ancora pensato di tramutarla nella bella e tranquilla ciclovia che ci eravamo abituati a percorrere fino a pochi chilometri prima.

 

Sottopassaggio della stazione di Venzone

I cicloturisti in attesa del treno alla stazione di Venzone

Sono stati 9 km di inferno prima di vedere un piccolo cartello che indica FVG1 dopo aver incrociato una confluenza a destra che non aveva nulla da invidiare alla SS13…
Siamo arrivati a Venzone e al nostro capolinea di questa tratta per salire sul treno del ritorno ma anche qui una triste scoperta…

Una stazione minuscola dove non c’è nulla di aperto e fruibile nell’attesa… nemmeno un bagno… e quindi siamo costretti a sederci praticamente per terra e come noi anche una quarantina di ciclisti austriaci che, in attesa del loro treno del ritorno, sono praticamente tutti distesi sul marciapiede minuscolo senza nemmeno una sorta di panchina… E non parliamo degli annunci tutti fatti rigorosamente in italiano senza ripetere la stessa informazione in inglese. Probabilmente si da per scontato che tutti i turisti sappiano parlare la lingua del paese dove si trovano. 😉

 

 

I cicloturisti austriaci in attesa del treno alla stazione di Venzone

Un vagone per le biciclette del treno austriaco

Unica nota positiva di questa stazione è che ci ha permesso di ammirare i treni austriaci mentre i ciclisti, tutti in fila perfetta, erano in attesa di salire e di consegnare la propria bici nelle sapienti mani del personale del treno che le “parcheggiava” dentro un vagone (NB!) adibito a deposito biciclette e poi a sedersi diligentemente al loro posto…

Quando è arrivato il nostro treno, pieno come un uovo, dove, per fortuna, siamo riusciti a salire sull’unico vagone con ancora 3 posti disponibili (a differenza dell’altra famiglia che era con noi che avendo scelto il vagone sfortunato, hanno dovuto aspettare in piedi che qualcuno scendesse alla stazione successiva).

In treno Tarvisio — Trieste

E così via verso il ritorno, con molte emozioni per aver potuto vedere questi panorami meravigliosi, aver incontrato tante persone con la nostra stessa passione, aver visto che la montagna non è così “smorta” ma ovunque c’è allegria e voglia di divertirsi, ma purtroppo con una amara delusione e la sensazione di un scampato pericolo.

Questa ciclovia tanto sbandierata come finita e perfetta dalla Presidente della Regione Friuli Venezia Giulia e poi, sì finita… ma su una delle strade più pericolose della nostra regione, dove il rispetto dei limiti da parte di automobilisti, motociclisti e camionisti è una mera utopia.

Peccato perchè quello che abbiamo visto noi è lo stesso che vedono, hanno visto e vedranno tutti quei turisti che percorreranno questa ciclovia convinti di essere al sicuro e tranquilli dai pericoli a motore a scoppio.

Scendendo verso Udine come lo abbiamo visto noi lo possono vedere tutti, ci sono altri 9 km di ferrovia abbandonata… piena di detriti, siepi, rami caduti e impedimenti vari creati dalla natura, che aspettano di essere rimossi e trasformati in una meravigliosa strada a disposizione dei ciclisti che vogliono ammirare questa nostra fantastica regione che va dal mare alle montagne.

 

Testo: Michele Degano.

Foto: Elena Degano.

Alcune delle foto scattate durante questa pedalata potete acquistarle in formato digitale su Shutterstock. Ma anche guardando nei portfogli Istock, Bigstock,..